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Irlanda


Storia

La storia d’Irlanda comincia circa 8000 anni fa, con l’insediamento di alcuni popoli (forse scandinavi o iberici) nella valle di Boyne, dove al giorno d’oggi i tumuli di Newgrange ne testimoniano il passato antico irlandese.
 
Tra il VI e il I secolo a.C arrivarono i Celti e i Gaelici che fondarono una istituzione ben pianificata con una lingua scritta e strutture di piccoli regni.
L’Isola irlandese fu uno dei pochi territori non conquistati dall’Impero Romano a differenza del restante Occidente, e così la loro crescita appare originale e indipendente.
Fondamentale per gli irlandesi fu anche il loro cristianesimo, espresso attraverso la costruzione di monasteri (molti dei quali anche fortificati a causa delle invasioni barbariche) utilizzati anche come centri culturali.
Un tempo i monaci trascrivevano codici preziosi decorati con grandissima pazienza, dando vita a magnifiche opere come ad esempio il Book of Kell situato al Trinity College di Dublino.
Intorno al VIII secolo arrivarono persone piuttosto grezze ed agguerrite, erano i Danesi e i Vichinghi, che detestavano i monasteri creati dagli irlandesi cattolici, ma furono i primi a costruire le prime vere città come Dublino, Waterford e Limerick.
I Vichinghi vennero sconfitti dagli irlandesi nel 1014 con la battaglia di Clontarf, in cui nonostante la loro vittoria il re Brian Boru ne rimase ucciso.
 
Circa 150 anni dopo, nel 1175, il re d’Inghilterra Enrico II, ordinò al suo esercito di anglo-normanni guidati dal conte Richard di Pembroke Strongbow di invadere l’isola irlandese. Con il trattato di Windsor l’Irlanda divenne una colonia inglese.
Con l’affermazione della Riforma in Inghilterra e con il re Enrico VIII, il dominio inglese in Irlanda se fece sempre più sentire con una metodica repressione del Cattolicesimo irlandese, e i più importanti territori vennero sottratti a beneficio degli inglesi.
 
Gli irlandesi fecero molte rivolte per ottenere la loro indipendenza ma vennero tutte soppresse, in particolare la situazione peggiorò sempre più con l’arrivo del re Oliver Cromwell successore al re Carlo I giustiziato.
Con i suoi Ironsides  creò un vero e proprio sterminio di massa per reprimere le rivolte, annientò due terzi della popolazione, città e castelli.
Le terre del nord erano occupate dagli scozzesi e inglesi lasciando le terre brulle ai cattolici irlandesi a ovest dello Shannon.
Nel 1690 il cattolico Giacomo II tentò di tutto per la successione al trono inglese ma vinse il protestante Guglielmo d’Orange, e salvi i diritti religiosi, i cattolici persero ogni diritto politico.
L’avvocato Wolfe Tone incitato delle guerre d’indipendenza americana e francese ben riuscite, fondò il
Partito degli Irlandesi Uniti nel 1798 dando vita ad una significativa ribellione, tentando di abolire le discriminazioni anticattoliche imposte dai protestanti. Ma purtroppo il suo tentativo fallì, Tone venne arrestato, e nel 1800 il Parlamento irlandese fu sciolto.
 
Il XVIII secolo è l’anno dei futuri e continui tentativi di lotte rivoluzionarie. La prima rivolta avvenne nel 1823 con l’associazione cattolica di Daniel O’Connell, grazie alla sua valorosa  battaglia ottenne pochi anni dopo con l’Atto di Emancipazione, l’abolizione delle più clamorose discriminazioni.
 
In soli due anni (1845-1847) la popolazione si dimezzò da 8 a 4 milioni di abitanti, a causa di un parassita che distrusse tutti i raccolti e portò fame e malattie. Furono davvero molti gli irlandesi che sparirono, tra morti o emigrati soprattutto in America.
Nel 1881 fu approvata una prima riforma agraria, ma nel 1893 la Home Rule, per l’assegnazione di una certa autonomia all’Irlanda, fu bocciata dal parlamento. In seguito venne poi approvata la Home Rule nel 1905 con la nascita del nuovo movimento repubblicano nazionalista.
Gli attivisti irlandesi approfittarono dello scoppio della Prima Guerra Mondiale per organizzare una rivolta, e nel 1916, occuparono la Posta Centrale di Dublino proclamando il Governo Provvisorio d’Irlanda.
Nel 1918 Eamon de Valera vinse le elezioni, ma siccome i suoi uomini si rifiutarono di sedere al Parlamento di Londra dette vita a un Parlamento irlandese a Dublino.
Solo dopo due anni di continui tensioni e tumulti, grazie al trattato di Micheal Collins eroe dell’indipendenza, l’Inghilterra fu costretta a riconoscere lo Stato Libero d’Irlanda, tranne sei contee nel Nord dell’Isola (che avevano la maggioranza di abitanti protestanti) che rimasero del Regno Unito.
Questa divisione del Paese era mal vista e difatti seguì una guerra civile fino al 1923.
Con il distacco della Corona inglese, nel 1949 fu proclamata la Repubblica d’Irlanda, mentre nel 1973, l’Irlanda entrò a far parte della Comunità Europea e nel ’92 ha aderito all’Unione Europea.