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Marocco


Storia

Le prime tracce ritrovate di civiltà antiche nel Marocco risalgono all’insediamento di alcune colonie cartaginesi. Contemporaneamente a quel periodo, la Mauritania inizialmente abitata dai vandali, fu conquistata dai bizantini. Nel 680 alcuni gruppi di arabi invasori giunsero nella Tingitana e ne fecero la base per la loro conquista della spagna, dal 711. I rapporti tra gli autoctoni berberi e gli invasori non furono facili: in seguito ad una rivolta, i berberi crearono dei principati, affermando la prima dinastia marocchina nel 788, cui seguì un periodo di disordini sociali che determinarono un quadro politico confuso. La situazione fu ristabilita da un potente movimento politico-religioso, quello degli Almoravidi, che crearono il primo stato berbero della storia (1062-1147). Il decadimento degli Almoravidi portò diverse famiglie a lottare per la conquista del potere, periodo che si concluse con l’insediamento degli Almohadi, i quali furono indeboliti dalle pesanti sconfitte riportate a Las Navas de Tolosa da parte dei re spagnoli coalizzati. I Merindi passarono all’attacco, e sconfissero l’ultimo degli Almohadi, fondando una nuova dinastia cui succedette poi quella dei Wattasidi. Sotto queste due dinastie ebbe inizio l’attacco ai porti del Marocco da parte di spagnoli e portoghesi, provocando una reazione anticristiana che favorì l’affermazione dei Sa’ didi. La morte del gran sultano aprì un periodo di rivalità tra i successori, da questa situazione emerse una nuova dinastia sceriffiana, quella degli Alawiti (1659), i quali ricostruirono l’unità del regno consolidandolo attraverso l’obbedienza conquistata a forza dei popoli berberi.

Successivamente, si protrassero per  circa trent’anni uno stato di anarchia e vari disordini: l’ordine fu ripristinato da Muhammad III, che intensificò gli scambi commerciali con l’Europa con una serie di trattati. Alla sua morte seguì un altro periodo di disordini, terminato con l’ascesa al trono di Mulay Sulayman (1794-1822), il quale scelse di chiudere il Marocco agli europei. Contemporaneamente alla conquista da parte della Francia dell’Algeria, la dinastia marocchina venne fortemente indebolita, subendo sconfitte anche dalla Spagna. Il Marocco, per ripagare i debiti di guerra, fu costretto a contrarre prestiti in Europa. Questa manovra aprì il Paese al flusso di capitale straniero, provocando crisi interne che vennero prese a pretesto dalla Francia e dall’Inghilterra per i primi interventi. Attraverso una complessa trattativa tra le due potenze, la Francia ottenne il riconoscimento dei suoi interessi specifici sul Marocco, in cambio fu riconosciuta la libertà di azione dell’Inghilterra all’Egitto. La Germania - unica nazione che non aveva ricevuto compensi - era l’unico possibile alleato del Marocco, infatti, Guglielmo II, sbarcando a Tangeri, assicurò il suo appoggio al sultanato. Di fronte ad azioni intraprese dalla Francia per affermare il proprio controllo, si aprì una nuova crisi, terminata con un accordo stipulato da Parigi e Berlino, secondo cui la Germania dava mano libera alla Francia in Marocco in cambio della cessione di ampi territori. Il 30 marzo 1912 la Francia stipulò la convenzione di protettorato del Marocco, e Tangeri ebbe lo statuto di città internazionale. Fu imposta un’amministrazione sempre più diretta attraverso l’eliminazione delle strutture più tradizionali che in un primo momento erano state conservate. Ciò condusse al formarsi di un sentimento nazionale, cui la Francia rispose col trasferimento del Paese sotto la giurisdizione del Ministero della Francia oltremare, dandogli un carattere prettamente coloniale.

Durante la seconda guerra mondiale il Marocco, si legò agli alleati e dal 1941 alla Francia libera, al termine della guerra i movimenti nazionalistici mostrarono la volontà di riconquistare l’indipendenza, rifiutandosi di entrare a far parte dell’Unione Francese. La Francia reagì duramente, scatenando guerriglie interne che portarono, con la Convenzione del Marzo nel 1956, al riconoscimento del Marocco come stato Indipendente.