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Mongolia


Storia

La Mongolia fu abitata fin dall’antichità da popolazioni nomadi dedite all'allevamento e all'agricoltura: sono stati rinvenuti resti umani risalenti a circa 500mila anni fa. Rimasti per secoli divisi in diversi clan rivali, nel 1206 d.C. le varie popolazioni di stirpe mongola si unirono in un’assemblea generale per eleggere una guida comune. La scelta cadde Temujin, allora ventenne, che sarebbe passato alla storia come Genghis Khan, “Sovrano Universale”. Il condottiero riuscì a unificare le numerose etnie che coesistevano nel Paese, dando vita a un vero e proprio impero. Kublai Khan, nipote di Gengis Khan, portò a compimento la conquista della Cina.

Alla metà del XIV secolo, il primo imperatore della dinastia Ming cacciò i mongoli da Pechino. Seguirono anni di declino segnati da guerre fra clan rivali. Nel XVII secolo, il Paese cadde sotto il dominio della dinastia cinese Manciù: il territorio fu suddiviso in due province cinesi, la Mongolia Interna ed Esterna.

Nel 1911, alla caduta dell dinastia cinese Manciù, la Mongolia dichiarò la propria indipendenza e divenne un protettorato russo governato da una monarchia teocratica. Nel 1919 però la Cina occupò nuovamente il Paese. Le azioni di cinesi e russi non avevano fatto altro che alimentare nella popolazione locale una forte voglia di indipendenza. Nello stesso anno fu costituito il il primo partito politico della storia nazionale, il Partito Popolare Mongolo, le cui milizie cacciarono dal Paese le residue truppe cinesi e quelle antibolsceviche con il sostegno dall’Armata Rossa.  Il 26 novembre 1924 venne proclamata la Repubblica Popolare di Mongolia.

Dal 1937 iniziò una stagione di lotte interne al partito: presero il via le purghe staliniste che trascinarono il Paese nell'incubo totalitarista. Nel 1945 con la conferenza di Jalta venne confermato l protettorato sovietico e nel 1946 la Repubblica Popolare Mongola venne riconosciuto dalla Cina. Con l'ingresso nelle Nazioni Unite, avvenuto nel 1961, la Mongolia riprese stretti rapporti politici ed economici con i sovietici.

Dalla seconda metà degli anni Ottanta, con l’ascesa di Michail Gorbaciov alla guida dell’Unione Sovietica, prese a delinearsi anche in Mongolia un processo di democratizzazione, condotto da Jambyn Batmonkh. Il disfacimento dell’Unione Sovietica condusse giocoforza alla decolonizzazione del Paese: il processo culminò nel luglio del 1990 con le prime elezioni multipartitiche. I diversi governi che si sono susseguiti da allora, hanno cercato di attrarre investimenti esteri e promuovere una politica di riforme e privatizzazioni di matrice occidentale, direzione che non è servita a scongiurare l’espandersi di povertà e miseria.