Giappone
Cultura
Il Giappone conserva ancora oggi, nonostante la fortissima occidentalizzazione, un affascinante florilegio di pratiche tradizionali popolari che rispecchiano una millenaria eredità culturale. Tra le più caratteristiche, va citata quella della divinazione, con le sue molteplici declinazioni come la consultazione degli Eki-sha (indovini), del Teso (sorta di chiromanzia), dell’astrologia vera e propria o dell’oracolo mikujii (la cui risposta è ottenuta scegliendo un bastoncino di legno recante un numero che corrisponde a determinate immagini simboliche).
Molte feste private provengono dalle antiche pratiche religiose e superstiziose, come ad esempio il Mune Age, festa praticata al momento della posa del colmo del tetto, che consisteva in una riunione intorno al fuoco per la durata della notte.
La cerimonia del tè è, per eccellenza, quella più rappresentativa del simbolismo giapponese, le cui regole vennero stabilite nello shogunato Sengoku. Questo rito, detto anche Cha no Yu è una delle arti tradizionali Zen più note. All’interno dell’abitazione vi è una vera e propria stanza adibita alla cerimonia, nella quale si entra da una porticina bassa che costringe a piegarsi in segno di umiltà.
L’arredamento è semplice, gli unici elementi decorativi che si possono trovare sono l’Ikebana (composizione floreale) e uno scritto in stile Shodo (particolare arte calligrafica giapponese).
Una volta che gli invitati si sono accomodati all’interno della sala secondo una disposizione precisa, appare il teishu, il quale prepara il tè nella tradizionale posizione seiza con le punte dei piedi rivolte verso l’esterno.
La particolarità del tè giapponese risiede nel fatto che è una sospensione invece che un infusione: il Matcha (tè verde polverizzato) viene accuratamente mescolato all’interno della tazza. Successivamente ogni commensale viene invitato a consumare il “dolce” attraverso una formula rituale. Il primo invitato beve con brevi sorsi, e posa la tazza dinanzi a sé, il teishu quindi procede al lavaggio di quest’ultima ripetendo il processo per tutti gli invitati. Quando tutti hanno bevuto il tè, il primo ospite chiede il permesso di esaminare gli utensili, in questa fase si commentano i motivi tradizionali riportati sugli oggetti. La cerimonia, infine, si conclude con un inchino in posizione seiza.
Un’altra pratica molto nota è l’ikebana, l’arte di disporre fiori e rami connessa ai simbolismi dell’abitazione, secondo un ordine triangolare in cui i tre fasci componenti devono essere di altezza diseguale, il più alto simboleggia il cielo, il mediano l’uomo, il più basso la terra.
Le pratiche del folklore sopravvivono durante le ricorrenze del matrimonio e della nascita, durante la gravidanza del quinto mese, il marito dona alla moglie la yuwata obi (cintura di maternità). La festa vera e propria avviene 120 giorno dopo il parto dal nome Tabezome (festa del nutrimento)
Una delle manifestazioni più bizzarre, chiamata Niramekko Obisha, si svolge il 20 gennaio e consiste in una gara in cui i partecipanti devono fissarsi bevendo sake: vince chi resiste più a lungo senza scoppiare a ridere!
Per la Festa della Fondazione dello Stato si tiene invece lo Yuki Matsuri (Festival di Sapporo): la tradizionale festa della neve è uno degli eventi a livello internazionale più conosciuto e visitato. Le enormi sculture di neve e ghiaccio create da artisti non solo giapponesi, che solitamente raffigurano edifici e altri soggetti,vengono illuminate di notte creando uno spettacolo incredibilmente suggestivo.
Legata alla religione buddista è invece la festa dei morti, celebrata con l’O-bon: si accendono lanterne che vengono lasciate a galleggiare nei fiumi, nei laghi e in mare per simboleggiare il ritorno dei defunti all'aldilà.