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Nepal


Storia

Quando si parla di Nepal subito si pensa alle montagne dell’Himalaia, alle valli dove ancora si vive come centinaia di anni fa e ci si immagina lo Yeti; la si chiama la Valle degli Dei, ma soprattutto viene in mente il mitico nome di Shangri La. Ed è in effetti dal mito che nasce la storia della valle di Kathmandu. All’inizio  della vita la valle era un lago, con un’isola al centro sulla quale cresceva un fior di loto, dove viveva il Buddha Primordiale - Adi Buddha. Il saggio Manjusri, per poter incontrare Adi Buddha, tagliò con la sua spada parte delle montagne attorno al lago, creando la gola di Chobar, e l’acqua poté defluire lasciando l’isola raggiungibile e creando la valle di Kathmandu.

Attorno al 1.000 a.C. apparvero i primi popoli conosciuti; i Kirati (provenienti dall'Asia centrale)  poi i Gopala (provenienti dal India settentrionale) che dal 450 a.C fino al 879, occuparono la valle di Kathmandu e i Licchavi che posero le basi culturali e politiche per formare una nazione. Fondarono la città di Deopatan (Pashupatinath) e passarono dai culti della Madre Terra ai culti di Vishnu ed al Induismo. Il loro più famoso tempio è quello di Changu Narayan, nei pressi di Bakhtapur, e porta le iscrizioni del re Narendradeva, considerate le prime iscrizioni in Sanscrito in Nepal.

Intorno al 600 d.C. il cinese Hsuan Chuang viaggiò nel Nepal ed incontrò gli abitanti di quel luogo che, come scrisse, possedevano una natura difficile e dura, ma avevano anche molte abilità, come quella di intarsiare il legno e dipingerlo. La gente, diceva Hsuan, "ama le rappresentazioni teatrali e il bagno e un ottimo sistema di irrigazione permette una agricoltura redditizia". Questi abitanti erano i Newar, tribù che costituisce tuttora  la maggioranza di popolazione insediata nella valle di Kathmandu. I Thakuri, provenienti dal Rajastan invasero la valle e regnarono dal 879 fino al 1182. Fondarono la città di Kathmandu ed introdussero il calendario tuttora ancora valido. Dal 999 in poi seguì un periodo di invasioni di musulmani, culminata nella invasione del leader islamico Mohammed di Ghanzi, mentre nello stesso periodo, sempre in seguito alle invasioni musulmane in India, molti principi e guerrieri dal Rajasthan si stabilirono nelle regioni Himalayane.

Il crescere di piccoli stati all’interno della nazione, dovuto alle molte divisioni tribali, portò fino alla metà XVIII secolo nelle regioni corrispondenti al Nepal odierno alla mancanza totale di qualunque solidarietà politica. L’alta valle del Baghmati, culla dell’antica civiltà newari risalente ai primi secoli della nostra era, era divisa nei tre regni rivali di Kathmandu, Bhadgaon e Patan, risultanti dallo smembramento del preesistente regno buddhista mahayanico dei Malla (1200-1475). A ovest sopravvivevano i cosiddetti Chaubis Raj (Ventiquattro Stati), perlopiù di origine rajput (India), formatisi in epoca imprecisata, mentre il resto del paese era frammentato in principati minori.

La trasformazione di questo mosaico etnico e culturale in uno stato unitario e centralizzato fu opera del re di Gurkha Prithvi Narajan (1742-1774). In meno di due anni, tra il 1768 ed il 1769, questi sottomise il paese newari, ne asservì la popolazione e vi impose usi, cultura e lingua ghurka (il nepali, da cui il nome dello stato). Guerrieri per tradizione, i gurkha conferirono la Nepal un forte dinamismo espansionistico che li condusse prima, nel 1971, ad un disastroso conflitto con la Cina per il Tibet (in seguito ad esso Kathmandu divenne temporaneamente tributaria del Celaste Impero), poi a mettersi in urto con la Compagnia britannica delle Indie, con conseguenze ancora più gravi.

I rapporti con la Compagnia ancora pacifici sulla fine del secolo XVIII degenerarono al principio del secolo XIX. Col pretesto di mettere fine alle continue scorrerie ghurka in territorio indiano, gli inglesi condussero una  rapida compagna contro il Nepal (1814-1816) al cui termine il Paese, amputato di gran parte del territorio, divenne protettorato britannico. Sotto la dominazione inglese la macchina da guerra gurkha fu perfezionata a fini coloniali. Un colpo di stato patrocinato dalla compagnia (1846) consegnò il potere al clan militare dei Rana, nella persona del generale Jung Bahadur Rana i cui discendenti presero il posto della monarchia per oltre un secolo.

Tra il 1854 e il 1856 un secondo conflitto tibeto-nepalese capovolse gli esiti del conflitto del 1791, rendendo di fatto il Tibet tributario del Nepal. Infine i mercenari ghurka, armati ed addestrati all’europea, furono inquadrati nell’esercito coloniale dell’India del quale divennero il massimo punto di forza (furono impiegati nella rivolta dei sepoys nel 1857 e diedero 40 divisioni alla Gran Bretagna durante la prima guerra mondiale). L’esito di questa collaborazione fu il precoce riconoscimento dell’indipendenza del Nepal avvenuto nel 1923. La situazione interna - rimasta sostanzialmente immutata dall’avvento degli inglesi - risentì nel secondo dopoguerra dei nuovi fermenti che agitarono il subcontinente indiano all’indomani dell’indipendenza dell’India (1947) e della nascita della Repubblica Popolare Cinese 1949).

Il secolare assolutismo dei Rana fu rovesciato il 15 Aprile 1951, dopo aspre lotte sostenute dal Nepalese Congress Party (collegato al partito del congresso indiano), da un colpo di stato che restaurò la monarchia (re Trebhuvana, 1951-55). Nel 1959 si tennero le prime elezioni generali della storia nepalese. Il 15 dicembre 1960 il re Mahendra fece arrestare i membri del governo eletto accusandoli di aver portato il caos al paese e riprese il potere assoluto. Bandì tutti partiti politici e istituì quindi il sistema del Panchayat. Nel 1972 il re Mahendra morì. Nel 1975 divenne re del Nepal Birendra Bir Bikram Dev Shah. Si svilupparono le prime proteste contro il sistema corrotto del Panchayat e nel 1979, e dopo violenti scontri si tenne un referendum sul futuro sistema. Vinse nel 1981 con il 51% la proposta per il Panchayat. Ma le proteste si erano solo momentaneamente fermate.