Cambogia
Storia
Preistoria
Una presenza umana antichissima sul territorio cambogiano, risalente all'Acheuleano, è testimoniata da ciottoli lavorati in quarzo e quarzite rinvenuti in terrazzamenti lungo il Mekong, nelle province di Kratié e Stung Treng e nella provincia di Kampot. Nella cava di Laang Spean, nella provincia di Battambang (che pare fosse già abitata nel periodo Hoabinhiano, intorno al 6000 a.C.), sono stati ritrovati manufatti in terracotta tra i più antichi del sudest asiatico. La transizione all'età del bronzo è ancora poco conosciuta, ma non ci sono evidenze di autorità od organizzazioni che si estendano oltre il singolo villaggio. L'entrata dell'area nell'Età del Ferro si stima sia avvenuta intorno al V secolo a.C. A differenza del bronzo (importato dall'Isan, oggi regione thailandese), il ferro veniva estratto e lavorato anche in loco, ma la maggior parte dei siti finora rinvenuti e studiati di quest'epoca sono situati anch'essi in Thailandia, sull'altopiano di Khorat, nelle valli dei fiumi Mun e Chi.
I regni di Funan e Chenla
Il primo regno a sorgere nell'area indocinese fu il regno del Funan, presso il delta del Mekong; la sua capitale è stata ritenuta per molto tempo Óc Eo, ma probabilmente questo sito era solo uno dei suoi centri più importanti. L'area era adatta alla pesca e alla coltivazione del riso, che divenne la base dell'economia del regno. Il regno doveva la sua prosperità al commercio e alla sua posizione nodale per il commercio via mare tra India e Cina; reperti testimoniano che il regno era in contatto anche con la Persia e l'Occidente. È proprio grazie al commercio con l'India che si deve la diffusione dell'arte e della religione indiana nel regno e probabilmente delle tecniche di irrigazione indiane. Al suo apice, il Funan esercitava il controllo sul tratto basso del Mekong, il Tonle Sap e piccole aree nel Nord della Cambogia attuale, del Sud del Laos, del Sud della Thailandia e del nord della penisola malese. Nel VI secolo, mentre la capitale fu spostata più a nord, ad Angkor Borei, sull'altopiano di Phnom Dà, le città thai assunsero sempre più potere in ambito commerciale, contribuendo - insieme alle guerre civili e ai contrasti dinastici - al declino del regno del Funan che venne assoggettato dal regno di Chenla, un regno a nord del Funan. La rivolta del Chenla fu guidata da due fratelli: Bhavavarman e Chitrasena. Nonostante le fonti che affermano che l'ultimo re del Funan morì nel 550, si pensa che il regno non fu assoggettato del tutto fino alla metà del secolo successivo, poiché in quest'ultimo periodo risulta che il Funan continuasse a inviare ambascerie in Cina. Durante il regno di Bhavavarman, l'esercito di Chenla - comandato da Chitrasena - fu impegnato in continui scontri con i regni vicini poiché questi non l'avevano riconosciuto ufficialmente. Il completo inglobamento del Funan nel regno di Chenla si completò nel 627 grazie al sovrano Isanavarman, figlio di Chitrasena - che aveva regnato dopo il fratello col nome di Mahendravarman. Lo sfascio del regno di Chenla trova le sue cause nel regno di Jayavarman I. Il sovrano conquistò le regioni del Laos settentrionale e centrale senza però mai pacificare completamente queste zone e durante il suo regno alcune regioni presero una certa autonomia per mano di signori locali. Jayavarman non lasciò eredi maschi e dopo il suo regno il Chenla entrò progressivamente in crisi fino allo sfascio.
Impero khmer
Nell'VIII secolo le dispute tra fazioni interne alla corte portarono alla scissione del regno in Alto e Basso Chēn-la; quest'ultimo subì un costante periodo di instabilità, il re fu ucciso da un monarca di Giava e dal seguente conflitto ascese al trono Jayavarman II, che segnò la fine della sottomissione degli khmer da parte di Java e la nascita di uno stato khmer autonomo conosciuto allora come "Angkor". Jayavarman II si fece consacrare "sovrano universale"; le sue azioni da re e quelle di tutti gli altri sovrani khmer ci sono note grazie alle iscrizioni murarie incise nella pietra. La seconda figura di rilievo nella storia del regno è Indravarman I: è a lui che si deve la realizzazione del grande bacino di Lolei, sul fiume Roluos; quest'ultima fu un'opera importantissima, frutto dell'unione delle tecniche Funan e Chēn-la, che permetteva di raccogliere l'acqua del fiume e delle piogge e quindi di irrigare i campi indipendentemente dal regime del fiume o dalla stagione. Indravarman inoltre, facendo costruire un tempio in onore degli antenati di Preah Ko e il tempio-montagna di Bakong, il primo tempio-montagna nella storia del regno, ha dato inizio a un ritmo di costruzione continuato da tutti i suoi successori: ogni sovrano infatti costruirà durante il suo regno un tempio degli antenati ed un tempio-montagna. L'evoluzione architettonica arriva al suo apice nel XII secolo con la costruzione di Angkor Wat da parte del re Suryavarman II, sovrano celebrato per le sue vittorie, soprattutto sul Champa, e fervente visnuita. I sovrani khmer sono prevalentemente shivaisti; il primo re buddhista fu Dharanindravarman, a cui successe il figlio Jayavarman VII, che edificò una rete di ospedali e di stazioni di sosta e templi di chiaro culto Mahayana. È durante il regno di questo sovrano che l'impero raggiunse l'apice politico, controllando la maggior parte dell'area del Sud-Est asiatico: parte dell'odierno Vietnam, Laos, Thailandia, Myanmar e penisola malese. Inoltre, il regno riceveva tributi da piccoli regni del Nord, dell'Est e dell'Ovest e conduceva commerci con la Cina. Seguì il lento declino del regno e il potenziamento dell'emergente regno thai. Alla sua morte vi fu una violenta reazione dei brahmini che portò alla distruzione di molte immagini di culto buddhista; fra la popolazione andava invece diffondendosi il Buddhismo Theravada.
Età moderna
Nei due secoli precedenti la conquista coloniale francese, la Cambogia fu sotto l'influenza degli Stati vicini, ovvero Vietnam, regno Thai, Malaysia e Cham. Esse esercitavano la loro influenza sulla Cambogia aiutando una fazione a prendere il potere sugli avversari, che si rivolgevano a loro volta verso gli altri stati in cerca di supporto. Dall'inizio del XVIII secolo, il Vietnam e il regno Thai determinarono le lotte interne al Paese per il poter: chiunque regnasse in Cambogia lo poteva fare solo con l'appoggio o siamese o vietnamita. In cambio del loro supporto nelle varie lotte per il trono cambogiano i sovrani di queste due nazioni ricevevano donazioni territoriali. Durante questo periodo di influenze straniere vi furono sporadiche rivolte popolari contro i Thai e specialmente i Viet, ma mai nessun leader o re cambogiano lottò contro entrambi gli invasori allo stesso tempo. In questo periodo non ci furono mai incursioni cambogiane in territorio siamese o vietnamita. Dal 1794 al 1806, mentre il Vietnam era impegnato nella fase finale della guerra civile, la Cambogia fu principalmente sotto l'influenza dei re Thai. Dal 1806 al 1814 la Cambogia aveva un rapporto di doppia fedeltà con Thailandia e Vietnam, tra cui il primo era predominante, mentre dal 1814 al 1830 predominante fu il Vietnam rispetto al regno Thai. Avendo supportato l'incoronazione di Nak Ong Chan nel 1813, il Vietnam fece della Cambogia un protettorato. Dopo il 1830 l'influenza vietnamita aumentò ed alla morte di Nak Ong Chan alla fine del 1834 la Cambogia divenne una regione del Vietnam sotto il controllo diretto dell'imperatore vietnamita nel periodo compreso tra 1835 e 1845. Il Vietnam cercò di cambiare la cultura cambogiana per imporre la propria: tentò di cambiare il linguaggio, i vestiti, l'agricoltura e la religione, cercando di imporre il Buddhismo Mahayana sino-vietnamita al posto del Buddhismo Theravada cambogiano.
Dominazione francese
La dominazione francese iniziò nel 1863: in quell'anno infatti la Francia accettò l'invito del re cambogiano di fare della Cambogia un protettorato, così da fermare lo smembramento del Paese da parte dei Thai e dei Vietnamiti. Per i successivi novanta anni la Cambogia fu praticamente sotto il controllo francese, che mantenne le istituzioni, tra cui la monarchia, il Buddhismo e ritmi della vita rurale e sviluppò inoltre gradualmente una pubblica amministrazione sulla traccia di quella francese. L'amministrazione francese trascurò l'educazione, ma in compenso costruì strade, ponti, strutture portuali e altre opere pubbliche; venne anche restuarato il complesso di Angkor e ne furono decifrate le scritture. L'amministrazione francese investì relativamente poco in Cambogia rispetto a quanto fece in Vietnam, ma fu comunque sviluppata la coltura degli alberi della gomma nella Cambogia orientale e vennero esportate grandi quantità di riso. Con un trattato tra il governatore francese della Cochinchina e il re Norodom nel giugno 1884 fu abolita la schiavitù. Negli anni Trenta la Francia iniziò a spendere di più per l'educazione in Cambogia: questa manovra diede vita a importanti cambiamenti sociali nella capitale Phnom Penh. Durante la seconda guerra mondiale, i giapponesi invasero l'Indocina Francese, ma acconsentirono che il regime di Vichy partecipasse alla gestione del territorio. Nel 1941 morì il re cambogiano Sisowath Monivong; al suo posto i francesi diedero il trono al nipote diciottenne Norodom Sihanouk, ritenuto il più adatto per via della sua giovane età, della mancanza di esperienza e della sua malleabilità. Il 9 marzo 1945, negli ultimi mesi della guerra, nel tentativo di convincere la popolazione favorevole al Giappone, quest'ultimo sciolse l'amministrazione coloniale francese e spinse il Paese a dichiarare la sua indipendenza dentro la "Grande area di prosperità dell'Asia orientale". La Francia di De Gaulle voleva ripristinare l'Indocina Francese, sebbene avessero offerto alla Cambogia e ad altri paesi del Sud-Est asiatico una limitata forma di auto-governo, ma né la popolazione urbana né quella comune era attratta da questo accordo. Il re Sihanouk era in una situazione delicata, impegnato a negoziare con la Francia, a difendersi dalle accuse di collaborazionismo con i francesi da parte dei Khmer Issarak e dei Viet Minh e a confrontarsi continuamente con i democratici, che gli si opponevano in tutto. Alla fine del 1948 Sihanouk concluse un accordo con la Francia e ottenne un'indipendenza parziale della Cambogia. Nel 1951, invece, nel tentativo di ottenere approvazione dal popolo, chiese e ottenne il rilascio di Son Ngoc Thanh, che poi fuggì per unirsi ai Khmer Issarak. Nel giugno 1952 Sihnouk abdicò, sospese la costituzione, sciolse l'Assemblea Nazionale, assunse la carica di primo ministro, proclamò re suo padre, Norodom Suramarit, e mise in vigore la legge marziale, governando direttamente il Paese per tre anni fino al febbraio 1955. Nel frattempo, nel marzo del 1953 Sihanouk si recò in Francia per trattare l'indipendenza totale della Cambogia, altrimenti il favore del popolo sarebbe andato a Son Ngoc Thanh ed ai Khmer Issarak; non avendo ottenuto nulla, denunciò la triste situazione della Cambogia ai media internazionali, dichiarando di restare in esilio finché la Francia non avesse garantito l'indipendenza del Paese e non avesse compiuto quella che lui chiamava "crociata monarchica per l'indipendenza"; si ritirò quindi prima a Bangkok, poi nella zona militare autonoma comandata dal colonnello Lon Nol, presso la propria villa ad Angkor, organizzando la resistenza contro la Francia se questa non avesse concesso l'indipendenza.
Il governo di Norodom Sihanouk
La Francia avrebbe potuto sostituire Norodom Sihanouk con un'altra figura più malleabile, ma, essendo l'esercito francese in difficoltà per tutta l'Indocina, il governo francese stesso concesse l'indipendenza a Cambogia, Laos e Vietnam. Norodom Sihanouk fece ritorno a Phnom Penh accolto in trionfo come un eroe. Il giorno dell'indipendenza fu fissato al 9 novembre 1953. Le fazioni non comuniste degli Khmer Issarak si unirono al nuovo governo, ma i comunisti Viet Minh attraversarono il confine cambogiano; le forze reali li fronteggiarono, ma non riuscirono a farli ritirare completamente. Gli accordi di Ginevra stabilirono il ritiro delle truppe francesi e Viet Minh dal territorio cambogiano e che la Cambogia avesse un atteggiamento neutrale, garantendo di non chiedere aiuto militare esterno, a meno di minacce alla propria sicurezza. L'obiettivo di Sihanouk era quello di battere i democratici e per farlo fondò un nuovo partito: il "Sangkum Reastr Niyum" che dominò la scena politica cambogiana fino al colpo di stato del generale Lon Nol del 1970. Dalla metà degli anni Sessanta la situazione per Sihanouk peggiorò: la presenza di basi Nord-Vietnamite e Viet Cong e i sempre più frequenti voli delle aviazioni statunitensi e del Vietnam del Sud avevano compromesso la promessa di neutralità della Cambogia e dal 1966 al 1969 vi furono violenti focolai di insurrezione a carattere comunista che vennero repressi duramente e con difficoltà. Il 18 marzo 1970 l'Assemblea Nazionale votò all'unanimità la deposizione da capo dello Stato di Sihanouk, che nel frattempo era all'estero, e affidò poteri d'emergenza al primo ministro Lon Nol, sostenuto dalla istruita classe media di Phnom Penh, ma avversato dalla popolazione rurale, ancora fedele a Sihanouk e incoraggiata da quest'ultimo a resistere all'usurpatore. Non ci sono prove di un coinvolgimento degli Stati Uniti nel colpo di stato di Lon Nol, ma ci sono ragioni per cui alcuni elementi del personale dell'intelligence militare americano potrebbero aver appoggiato la presa del potere da parte di Lon Nol; nella corrispondenza diplomatica si possono trovare elementi che suggeriscono un ruolo americano nel colpo di stato o almeno una preconoscenza americana.
Coinvolgimento nel conflitto vietnamita e regime dei Khmer Rossi
Da Pechino, Sihanouk formò il Fronte Nazionale Unito Khmer che si alleò con i Khmer Rossi di Pol Pot, alleati a loro volta dei Viet Cong; essendo i Viet Cong in guerra con gli Stati Uniti, la Cambogia venne coinvolta nel conflitto vietnamita; l'aviazione americana bombardò vaste zone del Paese, uccidendo un numero imprecisato di persone. Quando Vietnam del Nord e Stati Uniti firmarono gli Accordi di pace di Parigi nel 1973, i Khmer Rossi non parteciparono al trattato e perciò lo scontro con gli Stati Uniti continuò. Il 17 aprile 1975, nonostante gli aiuti statunitensi, i Khmer Rossi presero Phnom Penh. Le truppe khmer rosse entrarono nella città acclamate dalla popolazione che vedeva nella vittoria dei Khmer Rossi la fine della guerra e quindi la fine della fame patita dai cittadini della capitale, che si era sovraffollata durante il conflitto. Anche chi era anticomunista pensava che la pace avrebbe comunque migliorato la propria vita. Le truppe khmer rosse però non celebrarono la vittoria, ma iniziarono a cercare officiali governativi e ordinarono ai cittadini di lasciare la città e trasferirsi nella campagna minacciandoli con le armi. Se venivano chieste delle spiegazioni, i soldati rispondevano che si riteneva che gli Stati Uniti avrebbero potuto bombardare la città, o in alternativa non ne fornivano alcuna. Con i Khmer Rossi al potere, iniziò un periodo di terrore che durò quattro anni, fino alla conquista del Paese da parte del Vietnam nel 1979; le stime del numero delle vittime del regime va dal milione e 200 mila morti del Dipartimento di Stato americano ai due milioni e 300mila stimati da padre François Ponchaud. I Khmer Rossi chiamarono il nuovo stato "Kampuchea Democratica". La politica estera degli Khmer Rossi nell'area del Sud-Est asiatico fu a carattere belligerante: all'inizio vi furono delle schermaglie con le truppe nordvietnamite, poi altri scontri si verificarono ai confini di Thailandia e Laos, con le truppe della Kampuchea impegnate a saccheggiare villaggi. Le truppe cambogiane procedettero a una serie di attacchi provocatori contro le truppe vietnamite per un periodo di 5 anni, arrivando al culmine nel biennio 1977-1978. Il comportamento dei Khmer Rossi non ebbe apparentemente senso: la Cambogia era inferiore militarmente al Vietnam, e lo stesso rapporto di inferiorità vi era tra i rispettivi alleati Cina e Russia. All'origine degli attacchi dei Khmer Rossi contro il Vietnam vi sarebbero stati, secondo lo storico Stephen J. Morris, il risentimento cambogiano rispetto al vicino più forte e il reciproco disprezzo che è sempre esistito tra le élite politiche dei due paesi. Inoltre la nuova visione ideologica rivoluzionaria dei Khmer Rossi li portò a voler dimostrare di essere più forti e avanzati "ideologicamente" del nemico, fattore che avrebbe dovuto permettere alla Cambogia di vincere anche un Paese più forte militarmente come il Vietnam. Il fallimento dell'esercito cambogiano portò delusione e paranoia tra i leader Khmer Rossi, che si convinsero che la loro situazione disperata fosse dovuta a traditori interni, i quali dovevano essere distrutti. Il 7 gennaio 1979 Phnom Penh cede all'avanzata dell'esercito vietnamita; Pol Pot e gli altri gerarchi Khmer Rossi radunano gli uomini, effettuano una nuova chiamata alle armi e si ritirano continuando il conflitto e lasciando il Paese ancora per molti anni in uno stato di insicurezza.
Il ripristino del Regno di Cambogia
Dopo la cacciata dal potere degli Khmer Rossi, il 10 gennaio 1979 il Vietnam mise Heng Samrin a capo della neonata Repubblica Popolare di Kampuchea, suo stato satellite. L'occupazione vietnamita del paese durò fino al settembre 1989, ma essa trovò resistenza; le truppe del regime di Heng Samrin furono afflitte da una vasta diserzione e dal morale basso; il resto delle truppe Khmer Rossi elusero l'esercito vietnamita e si rifugiarono nelle regioni di confine. Il ritiro delle truppe vietnamite iniziò nel 1986 e finì nel settembre 1989. Le successive trattative di pace stabilirono il ritiro completo delle truppe vietnamite dal suolo cambogiano, l'intervento delle Nazioni Unite a visionare il cessate il fuoco e la presa di contromisure verso i Khmer Rossi. Sotto l'egida dell'ONU si svolsero nel marzo 1993 le elezioni e parteciparono al voto più di 4 milioni di persone (ovvero più del 90% degli aventi diritto di voto) nonostante le forze degli Khmer Rossi cercassero di impedire alla popolazione di andare a votare. Il 24 settembre 1993 fu promulgata la nuova costituzione che faceva della Cambogia una monarchia costituzionale a struttura democratica multipartito e di Norodom Sihanouk re. Nel 1997 gran parte dei guerriglieri Khmer Rossi accettarono l'amnistia e deposero le armi, ponendo fine a trent'anni di guerra civile.