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Scozia


I primi abitanti furono di origine celtica, coraggiosi guerrieri che riuscirono a resistere alle legioni romane che avevano occupato l’isola britannica, a tal punto che l’imperatore Adriano, nel 123 d.C. dovette costruire una fortificazione, il famoso Vallo di Adriano, per contenere le incursioni e difendere la Britannia romana.

Nell’antichità e fino al medioevo, la Scozia non era unita politicamente e linguisticamente, ma divisa in quattro regni: il Dál Riata, abitato dagli Scoti che parlavano il goidelico, lingua celtica nata in Irlanda; il Regno di Starthclyde e il Regno dei Goddodin, abitati da brittonici, legati al mondo celtico dell’attuale Inghilterra e Galles; e il Regno di Pictavia, abitata dai Pitti, un popolo celtico con una propria lingua.

Dopo la caduta dell’impero, oltre all’espansione in Scozia dei popoli Pitte di origine celtica e degli Scots, di origine gaelica, giunsero immigrati Angli, Sassoni e Juti in quasi tutta la Gran Bretagna. Col passare del tempo, questi popoli si fusero in un’unica etnia, con una propria identità culturale e linguistica intorno al 400 d.C. fondendosi tra loro con il nome di Anglosassoni. Si imposero facilmente in quella che oggi è l’Inghilterra e raggiunsero anche la Scozia del sud-est, annettendola al regno di Northumbria.

A partire dal VII secolo, nacque dall’anglosassone l’attuale lingua germanica scots, strettamente legata all’inglese moderno. I due secoli seguenti videro invasioni vichinghe che misero a repentaglio gli sforzi di unificazione in atto: nell’839 l’esercito norvegese sconfisse il regno Pitto nella battaglia del fiume Tay, poi a sua volta sconfitto dagli Scoti che fondarono nell’843 il Regno di Scozia. In quell’epoca il massiccio arrivo di immigrati scandinavi affermò una nuova lingua nelle isole Shetkand e Orcadi, il norreno. Restarono sotto controllo danese-norvegese fino al 1486 e l’ultimo abitante madrelingua norreno morì nel 1850.

Nei secoli successivi, il nuovo Regno di Scozia ebbe una lingua comune, il gaelico, una valuta, un’unità di misura, scuole. Alla fine del 1400, il regno occupava praticamente il territorio attuale; dal gaelico si passò allo scots come lingua principale del paese quando fu spostata la capitale da Perth ad Edimburgo, nella Scozia del sud, uno dei centri più importanti della cultura anglosassone.

Nel 1603 Giacomo I d’Inghilterra fu il primo sovrano a regnare su Gran Bretagna e Irlanda, diventando sia Re di Scozia sia d’Inghilterra. Nel 1707 fu creato il Regno di Gran Bretagna, dall’Unione politica del Regno d’Inghilterra (che comprendeva il Galles) e il Regno di Scozia, con l’Atto di Unione concordato nel luglio 1706 e ratificato dal Parlamento di Inghilterra e Scozia.

La lingua prioritaria anche in Scozia divenne l’inglese, nata dall’anglo-sassone a seguito dell’unificazione dell’isola di Gran Bretagna.

Nell’Ottocento, la Scozia vide un rapido sviluppo dell’industria, in particolare quella tessile seguita poi dallo sfruttamento del ferro e del carbone.

Nel Novecento la Scozia si schierò con l’Inghilterra nelle due guerre mondiali.

Nella seconda metà del XX secolo, la crescita del nazionalismo gettò i semi per la conquista di autonomia dal Regno Unito. Nel 1997 gli elettori scozzesi approvarono il progetto di autonomia del governo laburista e venne costituito un parlamento autonomo, eletto per la prima volta nel 1999. Nel 2014, il referendum per la secessione della Scozia dal Regno Unito ebbe esito negativo.